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SERVE UNA NUOVA NARRAZIONE DEL CAMBIAMENTO

Il punto di vista di Luca Solesin, Ashoka Italia


Ashoka è un’organizzazione diffusa a livello internazionale e promuove una visione in base alla quale tutti possiamo essere portatori di cambiamento. Si occupa di imprenditoria sociale, ma anche di educazione e per questa ragione abbiamo deciso di scambiare qualche riflessione con Luca Solesin, Senior Change Manager della sede italiana.

Perché dovrebbe cambiare il sistema educativo italiano?

Si stanno creando nuove disuguaglianze che non sono legate solo al contesto familiare, al reddito o al luogo di nascita, ma sono date anche dalle competenze che si riescono a sviluppare nel proprio percorso educativo e di apprendimento. Si tratta di quelle competenze che ci permettono di navigare nella complessità, di gestire il cambiamento costante che al giorno d’oggi dobbiamo affrontare e che vanno ben oltre la capacità di saper tradurre perfettamente il greco o il latino. Quello di cui il sistema educativo ha bisogno quindi è un cambio di paradigma, necessario se vogliamo evitare che si crei questo spartiacque da un punto di vista sociale.

Il sistema scolastico italiano infatti è molto rigido, mentre c’è bisogno di un nuovo approccio che fornisca a questi giovani le capacità necessarie per sentirsi protagonisti e, di fronte a una situazione complessa, essere in grado di scegliere e di chiedersi che cosa possono fare, senza adeguarsi automaticamente, dicendosi che non ci possono fare nulla. Serve quindi anche una nuova narrazione che abiliti il cambiamento, che porti un messaggio che smonti i preconcetti e che riconosca che il cambiamento è possibile.   

Qualcuno penserà “il solito idealista”…

Ma no, non sono cose che dice solo Ashoka o solo eduEES o SEE Learning, ci sono tanti grandi pensatori del passato, come Paulo Freire e Célestin Freinet, che hanno sviluppato un’idea diversa di pedagogia, e tante istituzioni universitarie lo stanno confermando.

Del resto, anche l’Unesco con l’iniziativa “Futures of education”, partendo dal lavoro della Commissione Delors degli anni ’90, che ha ideato i quattro pilastri dell’educazione “imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme e imparare ad essere”, ha lanciato come nuovo messaggio: “imparare a diventare”. Questo quinto pilastro ci parla della possibilità di ricercare un benessere integrato che parta dal singolo e che abbracci anche la nostra dimensione eco-sistemica, in cui nessuno è isolato, perché quello che succede attorno ci condiziona e deriva da un insieme di fattori complessi.

Come favorire questo cambiamento?

In generale serve un modo diverso di pensarci come società, nello specifico tutto passa dalla motivazione che ha ciascun attore coinvolto. Quella dei docenti è senza dubbio fondamentale. Serve quindi che in primis gli insegnanti si chiedano qual è il loro ruolo, quali sono le sfide che vogliono accettare. Essere un istigatore di pensieri e di curiosità oppure? Certo, se lo scopo professionale è solo trasferire semplicemente delle conoscenze, allora nulla potrà cambiare.

Del resto, sono tanti i gradi di coinvolgimento possibili nella trasformazione e ormai l’offerta formativa sui nuovi approcci alla didattica è molto ampia e c’è l’imbarazzo della scelta. Ci sono tantissime metodologie che propongono lo sviluppo di competenze sociali ed emotive, dunque basta solo decidere di mettersi in formazione.  

Perché sarebbe importante investire di più sul cambiamento del sistema scolastico?

Perché è l’unico investimento che possiamo fare, se vogliamo costruire una nuova società. Le disuguaglianze di cui parlavo all’inizio si creano anche a causa della diffusione di processi di frustrazione. Abbiamo infatti uno dei tassi di abbandono più alto d’Europa e non perché ai nostri giovani piaccia stare in strada, ma perché gli argomenti insegnati in classe non vengono percepiti come rilevanti. E anche chi completa l’iter formativo a fine scuola, non sa che farsene di tutte quelle conoscenze, perché non gli è stato spiegato a che cosa servono in termini più complessi e generali per la vita personale e professionale.

Foto: Erika Giraud – Unsplash


Pubblicato il 4 Novembre 2021 da eduEES

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